Porta d’ingresso di una delle regioni francesi più belle, Dijon è stata la prima tappa del nostro primo viaggio in Borgogna.
Con la sua ricca storia, le sue stradine strette, le case a graticcio, Dijon è stata una piacevolissima sorpresa.
Memore di un passato di potere e di opulenza, Dijon ha saputo preservare nel tempo la sua grande eredità e ciò che ho amato di questa città è stata la varietà degli stili architettonici che si incontrano ad ogni angolo: non solo case a graticcio – le quali mi hanno convinta ad inserirla nel nostro itinerario di viaggio – ma anche hôtels particuliers in stile rinascimentale ed edifici art-nouveau.
Conosciuta come «città dei 100 campanili» per le sue tantissime chiese, Dijon è una città perfetta per un fine settimana gastronomico, per scoprire i sapori regionali, per iniziare a conoscere la Borgogna.
Scoprire Dijon seguendo una civetta
Il modo più divertente e facile per scoprire Dijon è seguire la civetta, divenuta ormai il simbolo indiscusso della città.
La civetta «originale» fa riferimento ad un bassorilievo scolpito circa 600 anni fa sul contrafforte della Cattedrale di Nôtre-Dame, nel centro storico di Dijon, le cui origini sono quasi del tutto ancora sconosciute.
Negli anni questa civetta è diventata un vero e proprio portafortuna tra la popolazione di Dijon, in quanto si credeva che fosse in grado di scongiurare le apparizioni improvvise di un fantasma che si aggirava attorno alla chiesa e la caduta dei malefici gargoyle.
La credenza popolare è sopravvissuta fino ai giorni nostri tant’è che oggi la povera civetta appare lucida e consumata dalle mille mani – rigorosamente sinistre – che da secoli continuano ad accarezzarla.
A questo simbolo è, quindi, ispirato l’itinerario che l’Ufficio del Turismo ha ideato per facilitare la visita del centro storico della città. Seguendo le piccole civette incastonate nei ciottoli e lungo i marciapiedi, si raggiungono, infatti, tutti gli edifici e i luoghi imperdibili per assaporare il fascino della vecchia Dijon.
Questa passeggiata include 22 tappe alle quali se ne possano aggiungere altre 15 suddivise in 3 diversi loop tematici: il loop Rousseau, il loop Zola e il loop Moïse. La mappa del Parcours De La Chouette è acquistabile presso l’Ufficio del Turismo [rue des Forges 11] o si può scaricare l’applicazione ufficiale per dispositivi Apple o dispositivi Android ad un costo leggermente inferiore. Il punto di partenza è Place Darcy e, anche se il tempo necessario che leggerai sulla brochure dell’Ente è di un’ora, tra soste e foto, mettine in conto almeno un paio.
Scoprite Dijon: gli highlight del percorso della civetta
Place de la Libération
Costruita all’epoca in cui i Duchi di Borgogna volevano affermare la loro sovranità di fronte al Regno di Francia ed ostentare la loro potenza, Place de la Libération è sfarzosa, luminosa ed elegante.
A forma semicircolare e animata sui lati da un grazioso gioco di fontane, questa piazza si apre di fronte al Palais des Ducs et des États, che ospita l’Hôtel de Ville – il municipio – e il Musée des Beaux-Art, quest’ultimo completamente rinnovato e riaperto al pubblico solo da qualche giorno.
Del Palais des Ducs et des États fa parte anche la Tour Philippe le Bon, che dall’alto dei sui 46 metri – o dei suoi 360 scalini – offre una splendida vista della città.
Place François-Rude
Case a graticcio, fontana centrale, carosello storico e brasserie coi tavoli all’aperto: Place Francois Rude è l’immagine da cartolina più caratteristica e rappresentativa di Dijon.
Nonostante l’aspetto medievale, questa piazza a poco più di un secolo: è stata creata, infatti, solamente agli inizi del Novecento, quando è stato deciso di abbattere alcune vecchie case malmesse.
Sulla fontana al centro della piazza si erge dal 1904 Le Vendangeur, un viticoltore che calpesta l’uva in una tinozza. Per questa opera di Noël-Jules, la piazza è conosciuta dai più come Place du Bareuzai, parola che da queste parti si riferisce proprio ai pigiatori d’uva.
Alle spalle del laborioso Bareuzai, gira dolcemente il carosello Belle Époque Bailly Cochet, con cavalli e mongolfiere di ferro colorato che fanno sognare i bambini di Dijon da un centinaio di anni.
Sulla parte superiore del carosello, alcune immagini dipinte a mano celebrano le opere più famose di Gustave Eiffel, originario proprio di qui.
Les Halles
Se il carosello di Place François-Rude ne ricorda le grandi opere sparse in territorio francese, il tetto del bellissimo mercato coperto è il contributo concentro di Gustave Eifell alla città di Dijon.
Les Halles è aperto al mattino martedì, giovedì (solo bancarelle interne) e venerdì, mentre il sabato tutto il giorno. Due navate principali separano gli stand permanenti, ai quali se ne aggiungono altri rimovibili, sia all’interno che all’esterno sotto la grondaia del bellissimo edificio e sulla strada pedonale adiacente.
Questo mercato copre oltre 250 stand che propongono tantissime specialità locali.
Rosette du Morvan, mostarda di tutti i tipi, crottin de Chavignol, bœuf bourguignon e pain d’épice dijonnais: non c’è che l’imbarazzo della scelta per deliziare il palato e portarsi a casa qualche souvenir da buongustai.
Nôtre-Dame
La facciata della Cattedrale di Nôtre-Dame è davvero magnifica, in particolare le tre file di gargoyle dalle sembianze umane, animali e mostruose, che adornano i portici.
Solo alcuni di essi sono però originali: secondo la tradizione, la maggior parte fu infatti distrutta dopo che uno di essi – raffigurante un usuraio – cadde su un uomo, uccidendolo, sul sagrato della Cattedrale, durante il giorno del suo matrimonio. Il fatto che l’uomo di mestiere facesse proprio l’usurario generò panico tra la popolazione e, in particolar modo, tra i colleghi della vittima, i quali pretesero la distruzione della maggior parte di essi.
Nel XIX secolo delle repliche sono tornate a riempire quegli spazi vuoti e ad accovacciarsi minacciosamente sulla strada e i suoi passanti.
All’interno, essa ospita la statua di una Madonna Nera, venerata sin dai primi secoli dell’era Cristiana, detta Nôtre-Dame du Bon-Espoir o d’Apport.
Scorpire Dijon: le vie più pittoresche
Rue de la Chouette
Questa strada è imperdibile, non solo perché è qui che si trova la famosa civetta portafortuna, ma poco più avanti si incontra Maison Millière, una casa a graticcio in stile gotico risalente al XV secolo che – con la sua facciata scura ed imponente – ti farà sgranare gli occhi e, magari, anche desiderare di varcarne l’uscio.
E tu entra, perché Maison Millière, oltre ad essere un ristorante e una sala da tè, al pianoterra ha un negozietto di souvenir e prodotti tipici. Io sono entrata più per la curiosità di vedere dentro com’era e alla fine ho acquistato un trittico di mostarde diverse a pochi euro, convinta che la magia del prodotto comprato sul posto di origine è più buono – come mi succede con la Guinnes – valesse pure per la mostarda ed invece, niente, non ha funzionato.
Mostarda a parte, entra a fare un giro perché dentro sembra la bottega di uno gnomo.
Proseguendo su Rue de la Chouette si trova l’Hôtel de Vogüé, hôtel particulier del XVII secolo, la cui architettura si ispira allo stile rinascimentale italiano.
Anche in questo caso – se trovi il portone aperto – entra.
La visita agli interni di questo edificio è gratuita ma si può fare solo su prenotazione, però le sale al piano terra spesso ospitano eventi gratuiti e vale davvero la pena dare una sbirciatina.
Rue Des Forges
Da Place François-Rude a Place Nôtre-Dame, rue des Forges è un concentrato di tesori come la maison Maillard-Milsand, in stile rinascimentale con una facciata riccamente scolpita, e l’hôtel Chambellan, gioiello dell’architettura gotica medievale.
Rue Verrerie
Antica strada di mastri vetrai, questa viuzza pedonale del centro storico, costeggiata da meravigliose case a graticcio perfettamente conservate, è un bellissimo scorcio della Dijon medievale.
A me la mostarda piace da matti quindi mi sa che a Dijon mi sentirei a casa!
Elegantissima Place de Libération: elegante e sfarzosa ma sobria (infatti mi ricorda un po’ certi angoli di Torino).
Anche il mercato mi ispira molto.
Ciao Silvia! Io ero così entusiasta prima di aprire quei barattolini di mostarda appena arrivata a casa, pensando che almeno uno mi sarebbe piaciuto.. ma niente! Dijon mi è piaciuta molto perché è un mix di stili architettonici: i due luoghi che hai menzionato sono fantastici, però le case a graticcio sono quelle che mi ha fatto impazzire!