Nelle 48 ore che ho trascorso a Zurigo, mi sono ritrovata a mettere da parte le vesti di chi ha un blog di viaggi, abbandonando definitivamente la lista delle cose da vedere per poi poterle raccontare.
E alla fine, se al rientro ti assale quella sensazione di felicità, mista ad un pizzico di malinconia per la fine del fine del weekend, come in questo caso, significa che hai fatto la scelta giusta.
Quindi attenzione. In questo post non troverete nessuna informazione utile. Anzi sì: giusto un indirizzo da segnarvi. Per il resto, solo il racconto di questo weekend, pensieri sparsi e qualche foto.
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Siamo andati a Zurigo per il concerto dei Coldplay, un piccolo sogno che cercavamo di realizzare da diversi anni, ma che sembrava quasi impossibile considerata la velocità con la quale i biglietti solitamente si volatilizzano. Non esagero quando parlo di anni: ad ogni tour, abbiamo scansionato qualunque data in qualsiasi città europea e nulla, non c’era verso. E alla fine Zurigo ce li ha serviti su un piatto d’argento: due date al Letzigrund Stadion, che per le dimensioni contenute si è rivelata una venue quasi intima.
Uno spettacolo che ha soddisfatto tutte le mie aspettative e, a livello emozionale, le ha pure superate.
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Ho colto l’occasione di essere a Zurigo per conoscere Rossella. Da anni leggo il suo blog e, quando vi si è trasferita, ho deciso di contattarla alla prima occasione buona.
Rossella è una di quelle persone che si portano dentro due terzi di mondo e te lo raccontano con tutta la semplicità di chi è abituato a viverlo senza filtri di sorta, perché non è solo un’appassionata di viaggi, è una che sulle spalle ha 13 anni a Londra, 4 anni e mezzo in Oman e un paio in Korea.
Venerdì sera mi ha dato appuntamento al Frau Gerolds Garten, un’oasi verde nel cuore del quartiere di tendenza di Zürich-West, nata qualche anno fa come progetto temporaneo, con una birreria all’aperto e un orto adiacente, dal quale arriva la maggior parte dei prodotti biologici che escono dalla cucina, proposti in un menu che rispetta il susseguirsi delle stagioni.
Il Frau Gerolds Garten occupa un’ex area industriale affacciata sui binari della ferrovia dove trovano spazio moda, arte e un variopinto programma di eventi, il cui credo comune si fonda sui concetti di indipendenza e sostenibilità. L’idea geniale alla base del progetto è il garden community, ovvero uno spazio messo a disposizione del quartiere, dove chiunque può coltivare il proprio pezzettino di orto e nel quale vengono svolti workshop su erbe medicinali e giardinaggio.
Alla fine con Rossella abbiamo condiviso anche il concerto sabato e una passeggiata in centro domenica. Ora l’aspetto qui a Ginevra, prima che il suo nomadismo la porti chissà dove.
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Quando ci eravamo finalmente decisi di fare i turisti per Zurigo, a Bahnhofstrasse, giusto qualche chilometro dall’inizio del nostro itinerario, siamo stati sorpresi dal Pride Zurich. E allora abbiamo messo di nuovo da parte la cartina della città lasciandoci coinvolgere dalla musica tecno di un’infinita sfilata colorata e nel momento in cui abbiamo deciso di rimetterci in marcia, abbiamo realizzato che invece dovevamo correre allo stadio.
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Zurigo non mi ha colpito particolarmente al primo impatto.
La posizione della città – a cavallo del fiume Limmat e raccolta attorno la sua foce – ricorda molto Ginevra, ma – non me ne vogliate – non regala lo stesso colpo d’occhio di quest’ultima.
Poi però, passeggiando lungo le stradine acciottolate dell’altstadt, tra le case medievali, i vicoli contorti, le caratteristiche case delle corporazioni, ho scoperto un centro storico delizioso, animato da una miriade di boutique, negozi di antiquariato, gallerie e ristorantini.
Se guardata dall’alto di una delle torri gotiche della Grossmünster, allora Zurigo svela ancora di più della sua anima: terrazzini arredati e giardini d’inverno spuntano tra i tetti, segno che qui che non ci si vuole perdere nemmeno un raggio di sole, angoli privati che si ha la gioia di condividere con gli amici e il resto della città.
Ed è proprio questa la sensazione più forte che mi è arrivata da Zurigo: nonostante la sua essenza di città d’affari, la voglia di convivialità, accompagnata da un piacevole fermento di menti creative.
Da qualche parte ho letto che Zurigo è il risultato della fusione di un borgo medievale e una metropoli cosmopolita: non credo ci sia definizione più corretta.
Altri aspetti non mi hanno colta impreparata – ci ho fatto l’abitudine a veder materializzarsi i cliché svizzeri di ordine, efficienza e pulizia – e per altri, quelli che si scoprono piano piano, per quelli ed altro ancora, aspetterò la prossima visita.
Sarà che ho visitato Zurigo nel periodo natalizio, quando era addobbata a festa, ma a me Zurigo è piaciuta fin dall’inizio. Altstadt, poi, è una piccola meraviglia 🙂
Confermo, il centro storico è troppo carino. Non oso immaginare come può essere durante il periodo natalizio, anzi si: sicuramente bella e pittoresca 😉
Sembra una città all’avanguardia, accogliente ed elegante. Una meta che proprio non ho mai considerato, ch3 scoperta, credo dovrei annotarmela per un prossimo futuro ?
Ps: bellissime foto!
Sara
Ciao Sara, hai trovato 3 aggettivi perfetti per Zurigo: è proprio questa l’impressione che da immediatamente. Mi fa piacere ti siano piaciute le foto, grazie!
Nel vedere scritto Zurigo non ho potuto trattenermi dal leggere il post.
Ci sono stata tre anni fa, purtroppo per poco tempo, e sono in attesa della giusta occasione per tornarci e godermela per più tempo.
Me ne sono innamorata persa nel suo centro e nei vicoletti!
La sogno spesso ed è la città in cui mi trasferirei, non domani, bensì all’istante se solo mio marito mi appoggiasse.
Si parla un buon tedesco, la città è affascinante e la natura è a portata di mano.
Non ho mai visto Ginevra, se non tramite la lettura dei tuoi post, quindi non posso fare paragoni, ma so che anche lei è molto bella. Solo si parla francese…che purtroppo non conosco.
Il colpo d’occhio su Ginevra sicuramente è piu bello e non che qui si viva male, anzi, pero’ ho sentito parlare sempre benissimo di Zurigo, sotto i vari aspetti. La cosa che amo delle città svizzere è proprio quella che hai menzionato tu: la natura è a due passi e allo stesso tempo hanno l’aspetto di piccole metropoli internazionali.
Spero che tuo marito cambi idea: fare un’esperienza di vita a Zurigo, anche solo per qualche anno, non sarebbe affatto male, anche se poi si corre il rischio di trovarsi bene e non voler piu tornare indietro 😉
Secondo me ti sei divertita anche tu a scrivere un articolo come questo, libero o, come dicono i giovIni, più “sciallo”. Io adoro i pezzi così, che si lasciano andare, senza la struttura rigida dei consigli su cosa fare o cosa vedere. Li trovo più veri, più personali. Però, che bello deve essere stato un concerto quasi privato dei Coldplay…;)
Il post si è quasi scritto da solo, senza la necessità di verificare tutte le informazioni per non diffondere castronerie: un sollievo!
Il concerto è stato davvero bello, emozionante. Era sempre all’interno di uno stadio, ma uno stadio di dimensioni svizzere 😉