Come tutti i sabato mattina che passiamo in terra elvetica, siamo seduti con la nostra tazza di caffè davanti alla cartina della Confederazione alla ricerca di un nome che stimoli la nostra curiosità. Gli occhi mi si posano su Bienne, ma.. Cavolo, è un po’ troppo lontana.
Interlaken! (suggerisce Mister). Ricordo male, o ci siamo stati già due volte?!
Neuchâtel! Questo nome mi piace troppo! Beh certo, non è che sia molto più vicino di Bienne, ma ho visto un sacco di volte le indicazioni per questo paese in autostrada e non ci siamo mai spinti cosi a nord della Svizzera Romanda.
E’ febbraio, quindi indosso la mia mise da omino Michelin (piumino, cappello di lana, moonboots, oltre a doppio strato di calze felpate e maxi maglione) studiata appositamente per sopravvivere alle rigide giornate dell’inverno svizzero e ci mettiamo in macchina. 124 chilometri di laghi, montagne, chalet e fattorie, qualche sprazzo di neve qua e la e finalmente arriviamo a Neuchâtel.
Come in tutti i paesi, più o meno grandi, visitati finora in Svizzera, il problema di dove lasciare la macchina non esiste. All’ingresso del paese, proprio sotto al parco di fronte al lago, c’è un ampio parcheggio sotterraneo. Il centro storico della città è a pochi passi da li e si apre con la vecchia piazza del mercato, Place des Halles, per svilupparsi internamente in eleganti vicoletti pieni di negozi e cafè, fontane e bei edifici in pietra arenaria gialla, in uno stile tipicamente medievale.
Prima di addentraci nella città vecchia, decidiamo di fare una passeggiata lungo la sponda del lago, che ha la particolarità di essere il più esteso interamente in territorio svizzero.
La prima cosa che ci sorprende appena emersi dal parcheggio sotterraneo è il vento gelido che ci congela la faccia senza pietà.
Forza e coraggio, siamo equipaggiati e l’inverno svizzero ormai non ci dovrebbe sconvolgere più di tanto!
Il lago è sicuramente d’impatto, è talmente vasto che è quasi impossibile vedere la sponda opposta, e la luce del sole che filtra dalle nuvole regala alle acque grigie una sfumatura di rosa.
Ad ogni il passo il gelo penetra sempre di più nelle ossa, attraverso le scarpe, le trame del cappello e i pochi centimetri scoperti del viso. Il vento ci sta prendendo a schiaffi.
L’aria gelida rimane gelida anche dopo che l’hai espirata.
Mi guardo attorno e mi chiedo se sono solo io (anche Mister sta facendo qualche piega) ad accusare la temperatura e pare proprio di si: oltre ai cigni, alle papere e ai gabbiani che sguazzano nel lago in tutta tranquillità, c’è qualcuno se si sta godendo il panorama comodamente seduto su una panchina di ghiaccio, che nasconde uno strato sottostante di marmo, e dei bambini che corrono sul monopattino.
Prima di perdere completamente i sensi per il freddo, facciamo un giro veloce nel centro storico e poi finalmente ci rintaniamo nel Maison des Halles, un cafè-ristorante in stile francese, che si trova nell’omonima piazza all’interno di un bellissimo palazzo del 1500, dove una buonissima cioccolata calda ci rimette al mondo.
Bella Neuchâtel, eh?
Si, molto. Torniamoci. Sicuramente ad agosto è ancora più bella..