Ho parlato. Si, ho fatto outing. Ho detto tutto quello che mi frullava in testa da mesi, senza filtri. Ora, #leggerezza.
— Francesca (@senza_zucchero_) July 16, 2014
Ieri, mentro ero in treno in viaggio verso casa, ho scritto questo tweet.
I brutti palazzi all’uscita da Termini, l’acquedotto romano, e poi ancora strade, colline, alberi, scorrevano velocemente dall’altra parte del vetro, mentre i miei pensieri, che solitamente cambiano velocemente come il paesaggio esterno, erano fissi su chiacchierata avuta qualche ora prima e alla sensazione che ne era scaturita.
Le parole sono uscite in maniera del tutto naturale, senza nervosismi, senza palpitazioni, senza ansia di misurarle e pesarle per non ferire e addolcire la realtà.
Mesi e mesi di preparazione mentale a quel momento, mentre mi forzavo di mandare giù bocconi amari, che non riuscivo più a digerire. Insofferenza, si tanta, a una realtà che non sento più mia, a un’ambizione alimentata da illusioni che non trova più spazio tra i miei progetti futuri; insofferenza a dei “se”, “ma”, “però” che voglio far dire ad altri perché a me non va più di ascoltarli.
Mesi e mesi di riflessioni e domande allo specchio, di interrogativi a cui non riuscivo a dare una risposta sensata, di elucubrazioni su situazioni di cui non riuscivo a prevedere gli sviluppi. E poi è bastata una domanda. La risposta è stata semplice, spontanea: è solo un piccolo passo in avanti verso la meta, ma ha già lasciato un grandissimo senso di leggerezza.
Hai fatto benissimo. Ti invidio.
A volte ci prendiamo e prendiamo gli altri troppo sul serio: non è facile, ma dimenticare di attivare i filtri in determinate situazioni aiuta. Grazie per il supporto: è una bella sensazione!