Cinque giorni di safari in quattro parchi diversi, oltre a darti la possibilità di fare incontri ravvicinati con gli animali della savana e di rimanere incantato dagli scenari completamente diversi che si susseguono, ti permettono di sostare in altrettanti lodge e campi tendati. E’ inutile dire che nei vari parchi del Kenya si può alloggiare in lodge lussuosi e non necessariamente costosi, ma l’esperienza di almeno una notte in un campo tendato è un must del safari.
In tutti i posti in cui ci siamo fermati, abbiamo goduto di viste stupende, accoglienza calorosa e estrema gentilezza.
Le strutture, specie i campi tendati, sono studiati per regalare agli ospiti un soggiorno in pieno stile africano in cui si continua a godere dell’atmosfera del safari, anche al di fuori dal parco.
La cucina tipica africana può risultare un po’ ripetitiva, ma nulla si può eccepire sulla qualità e la bontà, anzi, devo dire che è stata sicuramente migliore di quella pseudo-italiana del resort di Watamu dove ci siamo spostati successivamente.
I comfort e la pulizia non mancano: all’interno di queste strutture è quasi sempre presente l’ufficio di cambio e una piccola boutique con souvenir e prodotti per l’igiene personale; alla reception sono sempre disponibili adattatori per le prese elettriche e asciugacapelli, se non già presente nella camera.
Ricordando certe osservazione di alcuni connazionali, mi viene da sottolineare che è fondamentale ricordarsi però che ci si trova nel mezzo della savana e, soprattutto, in Africa: l’energia elettrica è alimentata da generatori, che solitamente vengono attivati al tramonto fino alle 10.30 di sera, quindi, se si vuole girare per il campo/lodge in tarda serata bisogna munirsi di una pila elettrica (che troverete già pronta sul comodino).
Comunque ci sarà sempre un vigilantes fuori dalla porta del vostro alloggio pronto ad accompagnarvi nei vostri spostamenti.
Noi abbiamo avuto il piacere di vedere lo stacco del generatore una volta sola: dopo una giornata di sveglia all’alba, emozioni forti e chilometri macinati, l’unica cosa che riuscivamo a fare dopo cena era raggiungere il letto, anche quella sera al Man Eaters in cui avevamo deciso di rimanere svegli ad aspettare il leone che sarebbe venuto al calare della notte, come ci aveva raccontato l’esile ragazzetto della sicurezza che quella notte ci avrebbe protetti.
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Sarova Salt Lick Game Lodge, Taita Hills
Questo bellissimo lodge si trova nel cuore della riserva privata di Taita Hills.
Ribattezzato come “lodge dei VIP” dalla nostra carissima guida Dixon, questo lodge è composto da numerose palafitte, che ricordano le capanne dei villaggi kenioti. Una volta arrivati abbiamo dovuto ammettere che Dixon aveva ragione: il Salt Lick di sicuro ha aggiunto un pizzico di lusso ai 2.000 chilometri di strada sterrata e polvere che hanno caratterizzato quei giorni.
Gli arredi sono tutti in stile etnico; le stanze circolari, spaziose e ben tenute, si affacciano su una piccola pianura dove si radunano diversi gruppi di elefanti, che si avvicinano al lodge per bere. Infatti, sotto al ristorante e davanti alla zona relax al piano terra, si trova una pozza d’acqua artificiale che attira tantissimi esemplari: è possibile quindi gustare la cena guardandoli dall’alto o bere qualcosa ad un paio di metri da essi e addormentarsi più tardi ascoltando in lontananza il loro potente barrito.
La chicca del lodge è senza dubbio un tunnel sotterraneo che dalla reception si allunga per una decina di metri nel parco circostante e termina con una stanza circolare che fuoriesce dal terreno il necessario per ritrovarsi a guardare da vicinissimo gli animali che pascolano in tutta tranquillità.
Man Eaters, Tsavo East
Forse il più famoso dell’intero Tsavo East, questo campo tendato si trova lungo il fiume Tsavo, ad un chilometro dal ponte la cui costruzione costò la vita a più di 130 operai.
Non furono gli incidenti sul lavoro a decimare gli operai indiani arrivati in Kenya per costruire la ferrovia che arrivava fino in Uganda, ma due leoni che, probabilmente per problemi di masticazione, preferivano la carne umana a quella delle altre prede della savana. La storia è stata raccontata in alcuni film, tra cui Spiriti nelle tenebre con Micheal Douglas e Val Kimer.
Al nostro arrivo troviamo un gruppetto di zebre, per nulla spaventate, che brucano l’erba davanti alla nostra tenda e, mentre sorseggiamo il nostro drink di benvenuto – rigorosamente un analcolico alla papaya – ci divertiamo a guardare il furto di banane di due scimmiette che rovistavano sul bancone del bar.
La tenda è grande, con tanto di doccia in muratura. Un doppio strato di tessuto – il primo con aperture di tessuto bucherellato e l’altro più spesso – ci separano dall’esterno. Sul lato posteriore di tutte le 30 tende c’è un terrazzino con sedie e sdraio da dove si può guardare il fiume che scorre.
Voi Wildlife Lodge, Tsavo East
Il Voi Wildlife Lodge ci ha ospitato solo per il pranzo, ma arrivati sul posto, il cibo è passato direttamente in secondo piano ed è stata quasi un’incombenza da sbrigare al più presto per non togliere troppo tempo al godere una vista fantastica. Davanti la grande area relax di questa struttura si susseguono ad oltranza, oltre agli immancabili elefanti, antilopi, zebre, gru coronate e marabù. Il cielo terso, le nuvole basse e l’orizzonte lontanissimo erano la cornice perfetta di questo spettacolo.
Non ho idea di come siano internamente gli alloggi – a dire il vero il plesso, visto da lontano, aveva un po’ l’aria di un riformatorio, causa il grigiore dei rivestimenti – ma la zona living è davvero eccezionale: giochi d’acqua e laghetti artificiali pieni di pesci, l’osservatorio sopraelevato che si addentra nella savana, la possibilità di fare un bagno in piscina a pochi metri dagli elefanti e, in fondo alla lista, il wi-fi gratuito, che ci ha rimesso in contatto con il mondo dopo tre giorni di totale isolamento, sicuramente appartengono ad un lodge dagli standard elevati a 360 gradi.
Ciao! Conosco queste strutture e concordo sul fatto che siano assolutamente degne di nota e alcune molto suggestive. Posso chiederti con chi hai fatto il safari?
Ciao Daniela! Certo che puoi chiedermelo. Abbiamo organizzato il tutto dall’Italia con Condor, l’unico operatore che ci offriva la possibilità di partire per cinque giorni di safari subito dopo l’arrivo a Mombasa e 10 giorni a Watamu ad un prezzo che rientrasse nel nostro budget. In loco siamo stati assistiti dalla Dream Safari di Malindi. Autista e guida sono stati eccezionali. Con quest’ultimo si è creato un legame speciale.. Abbiamo chiesto la sua presenza anche per l uscita in barca e l escursione a Marafa, per il solo piacere di stare ancora un po’ di tempo insieme.. E lui ha ricambiato con una sosta non programmata a Malindi per mostraci casa sua e farci conoscere il suo piccolo cucciolo.. Esperienza unica.
Allora ci avevo preso! Dalle tue descrizioni ero quasi certa che fosse Dream Safaris. Li conosco bene, ho lavorato per loro in Kenya e tutt’ora li sento spesso. Se non ti dispiace vorrei condividere questo bellissimo post con Dreamsafaris, saranno sicuramente felici delle tue parole! 😉
Certo, volentieri! Avrei vagato ancora giorni e giorni nella savana anche se a Watamu siamo stati accolti come gli eroi sopravvissuti a 5 gg di safari.. (?!?)
ahah Si ho presente, conosco bene la scena. Fa parte della scenografia del resto, che piace tanto al turista italiano.. sentirsi Vip per una settimana. E se non ricevono questa accoglienza sono capaci di lamentarsi 😉