Ho sempre avuto un debole per il deserto, ancor prima di incontrarlo la prima volta.
Ad oggi di deserti ne ho visti diversi, da quelli rocciosi della penisola del Sinai e dell’Australia, fino ad incontrare le dune dorate della Nubia egiziana, dove la sabbia del Sahara abbraccia templi millenari ed incontra le rigogliose rive del Nilo, regalando scenari che avranno per sempre un posto d’onore tra i cassetti della mia memoria.
L’impressione di trovarmi in un luogo senza confini, né di spazio né di tempo mi regala, ogni volta, una sensazione di potenza e vulnerabilità.
Ma è stato in Oman che, finalmente, ho potuto far scivolare la sabbia tra le mani, lanciarmi nella scalata di dune altissime per poi rotolare di nuovo giù, sentire sprofondare i piedi, lasciare lo sguardo vagare lungo un orizzonte merlettato di onde senza fine.
Il tramonto e l’alba nel deserto assumono sfumature come in nessun altro luogo, di notte le stelle brillano più intensamente e il cielo sembra a portata di mano. Anche con la pioggia la bellezza rimane invariata, anzi, forse aggiunge un pizzico di magia per un evento che qui non ha nulla di scontato.
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La sveglia puntata alle 4.30 per vedere sorgere il sole sulle dune e poi partire alla volta del mare, attraverso il deserto, e risalire la costa fino a Al-Ashkhara.
E’ dal piccolo campo tendato nei pressi di Bidiya che inizia una delle giornate più sorprendenti di tutto il nostro viaggio in Oman.
Per accorciare il più possibile i chilometri da percorrere, abbiamo imboccato la strada sterrata tra Al-Qabil e Al-Wasil, che corre lungo la pipeline del gas n. 38 fino a raggiungere la strada 32: le condizioni stradali sono abbastanza buone, nel senso che il tracciato è ben visibile e ben battuto, ma si tratta comunque di viaggiare almeno per 1 ora e 30 nel deserto più assoluto, senza incontrare altre auto per la maggior parte del tempo.
Il restante tratto, lungo la 32, asfalto a parte, non è molto diverso: si viaggia sempre tra due distese desertiche, si incontrano poche autovetture, qualche sparuto villaggio, un paio di distributori di benzina e cammelli a volontà.
Un tratto di strada con un pizzico di ansia nel cuore per essere soli nel nulla assoluto e, al tempo stesso, l’adrenalina per il senso di avventura e gli occhi pieni di meraviglia.
In Oman il deserto è dorato, poi diventa di un color rame intenso, fin quando non ci si spinge ancora più a sud, nella regione a cavallo tra i governatorati di Ash Sharqiyah e Al Wusta, ed è lì che inizia uno spettacolo ancora più ricco di fascino: le dune diventano improvvisamente bianche e solo una lingua di asfalto le separa dal blu del mare.
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Come se non bastasse già questo gioco di colori, come una parentesi nel mezzo di un netto cambio cromatico, ci si imbatte nella Wetland Reserve di Al Wusta, dove la sabbia del deserto incontra immense distese di sale.
Allora l’orizzonte perde del tutto le sue linee definite assumendo sfumature che variano dall’azzurro, al bianco e al rosa; la luce e il calore provocano quel tipico effetto ottico che crea uno specchio d’acqua sulla superficie, cancellando il confine tra terra e mare.
E’ davvero uno scenario surreale che l’occhio fa fatica a mettere a fuoco e al quale l’obiettivo fotografico non riesce a rendere giustizia.
Ed è in questo tratto di costa, che va da Barr al-Hickman a Shana’a, che si attraversano minuscoli villaggi affacciati sul mare, si scorgono in lontananza alcuni fenicotteri rosa, si incontrano dhow sfiancati dalla bassa marea e l’attenzione viene richiamata da nuvole di gabbiani che indicano l’imminente rientro dei pescatori sulla terraferma.
Dopo i primissimi giorni di viaggio, l’Oman ci aveva già abituati alla bellezza dei paesaggi e ai cambi repentini di scenario, ma anche quel giorno,in mezzo al deserto, è riuscito a stupirci ancora di più, chilometro dopo chilometro.
Molto interessante la segnalazione di Al Wusta: nel nostro itinerario noi arriveremo a Shannah da dove prenderemo il traghetto per l’siola di Masirah. Speriamo quindi di poter vedere anche le wetlands che tu segnali come così belle.
Dove avevi letto degli orari dei traghetti poco sicuri? Noi abbiamo trovato una programmazione piuttosto precisa sul loro sito ufficiale e anche leggendo online non abbiamo trovato altrove preoccupazioni in merito alla puntualità o all’effettuazione delle corse…
Avevo letto notizie discordanti sui traghetti per Masirah e non mi sono fidata, anche perchè avevamo tempi stretti e abbiamo preferito evitare di perdere tempo o vedere scombinati i programmi per un traghetto che non partiva. Ho visto dal vostro itinerario che avete deciso di non andarci alla fine, posso chiedere come mai?