Era il 4 maggio 1891 quando Sherlock Holmes, nei pressi delle cascate di Reichenbach, si trovò faccia a faccia con il suo acerrimo nemico, il professor Moriarty.
Durante una colluttazione, i due persero l’equilibrio e caddero avvinghiati tra le acque tumultuose della cascata. Il detective fu dato per morto, ma, Moriarty a parte, nessun altro aveva assistito alla scena. Qualche anno più tardi, infatti, in seguito alle pressanti richieste dei lettori, si seppe che il detective inglese non era morto in realtà e tornò a risolvere misteri per altre 13 racconti.
La prima domanda che viene in mente è perché Sir Arthur Conan Doyle decise di concludere le avventure del suo personaggio più acclamato proprio nei pressi di Meiringen, un piccolo paesino delle Alpi svizzere?
Elementare, Watson! Meiringen era una meta turistica già molto nota alla borghesia britannica di fine Ottocento e Doyle decise di trascorrervi qualche giorno in occasione di una serie di conferenze letterarie nella vicina Lucerna, soggiornando nello storico Englischer Hof – oggi Park Hotel du Sauvage – l’albergo che ha ospitato anche Sherlock e il fedele Watson durante la loro permanenza a Meiringen.
Ed è lo stesso posto dove anche noi abbiamo passato 2 notti, ma la scelta ha avuto a che fare più con una super offerta trovata e la posizione di Meiringen rispetto alle varie attività attorno alle quali ho programmato il fine settimana, che con Sherlock Holmes: un piccolo viaggio come regalo per il compleanno di Mister, il quale – quando andiamo in giro per la Svizzera – se non sale su ponti dondolanti o funivie non è soddisfatto, per la felicità mia e della mia paura del vuoto.
Ora provate a ripetere lentamente la parola Meiringen: non sentite una sensazione dolce e spumosa?
Oltre a dare la morte a Sherlock Holmes, Meiringen ha dato i natali a quel concentrato di bontà e colesterolo che è la meringa. Si narra, infatti, che il pasticciere di origini italiane Gasperini, nel 18° secolo, abbia creato questo dolce per conquistare la principessa Maria, promessa sposa di Luigi XV. La ragazza, colpita piacevolmente dal dolce, volle conoscere di persona il pasticciere che l’avevo creato e l’incontro tra di due ebbe luogo proprio a Meiringen, ispirandone il nome.
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L’Oberland Bernese è quanto di più svizzero io abbia visto finora.
Avevo avuto già un primo assaggio con Interlaken e Lauterbrunnen, ma più ci si addentra e più i paesaggi si fanno magnifici.
Montagne maestose, pascoli verdissimi, chalet carichi di gerani rossi alle finestre, picchi innevati 12 mesi l’anno, laghi turchesi, cascate a non finire e un milione di escursioni adrenaliniche da fare.
Cosa fare nei dintorni di Meiringen:
Gelmerbahn funicular
La salita al Gelmersee è stata decisa all’ultimo momento, dopo aver abbandonato l’idea di anticipare l’escursione al Trift Bridge venerdì pomeriggio a causa dell’indisponibilità di posti sulla funicolare per il ritorno.
Quello che su un cartellone pubblicitario mi sembrava un innocuo trenino scoperto è, invece, la funicolare più ripida d’Europa: la salita raggiunge, infatti, un gradiente del 106% e durante il tragitto la percezione di trovarsi quasi in parallelo con il suolo è fortissima, come la sensazione di una forza che spinge verso il basso anche quando ci si muove in direzione opposta.
La funicolare fu realizzata per trasportare materiale edile durante la costruzione della diga che si trova a monte, a seguito della quale si è formato il Gelmersee: nonostante la natura artificiale, questo lago e il paesaggio attorno sono davvero spettacolari.
Anche la vista sulla vallata dalla funicolare è strepitosa, almeno fino al punto in cui i binari non scompaiono all’orizzonte: da quel momento in poi, forte del mio coraggio, mi sono guardata i piedi.
Trift Bridge
Quello è che considerato il ponte pedonale sospeso più lungo ed alto delle Alpi si raggiunge prendendo prima la Triftbahn, una piccola cabinovia da 8 posti, creata negli anni ’50 per trasportare materiali da costruzione, la quale in meno di 10 minuti attraversa una gola profondissima – dandomi la percezione di rimanere sospesa nel vuoto per un periodo infinitamente lungo – fino ad arrivare a Underi Trift, la stazione a monte, dove inizia il percorso che porta al Triftbrucke.
Il trail costeggia la bella gola del Triftwasser e non è molto difficile, ma, se non si è particolarmente allenati, bisogna mettere in conto un paio d’ore per raggiungere il ponte.
Reichenbach Falls
Non potevamo non fare una breve escursione nel luogo dove il caro Sherlock Holmes ci ha lasciato le penne, quindi, prima di andare all’Aareschlucht, siamo saliti con la storica funicolare fino alla base della cascata e poi abbiamo proseguito a piedi fino al punto in cui la stessa compie il salto più alto: sul lato opposto rispetto alla stazione della funicolare, una stella sta ad indicare il punto in cui Sherlock è precipitato nel vuoto.
In realtà, le Reichenbach sono una serie di cascate raggiungibili attraverso delle passerelle, in una piacevole passeggiata tra l’ombra del bosco e terrazze panoramiche sulla Valle di Hasli.
Alcuni sentieri escursionistici si diramano in diverse direzioni: a valle, verso l’Aareschlucht e le gole glaciali di Rosenlaui.
Aareschlucht
E’ stata l’escursione che mi è piaciuta di più, non solo per il fatto di poter camminare sulle mie gambe, ad un’altezza ragionevole: una passerella permette, infatti, di attraversare la gola passando pochi metri al di sopra delle acque tumultuose, fra le pareti rocciose a strapiombo.
Il crepaccio è stato scavato nel corso di milioni di anni dal fiume Aare, che nasce da due ghiacciai nei pressi del passo di Grimsel e, lungo il suo cammino verso il Reno, bagna Berna e attraversa diversi laghi, come quello di Thun e Bienne.
Si percorre la gola in tutta la sua lunghezza, tra cascatelle, giochi di luce ed ombre, pareti ruvide e sinuose che si stringono quasi a toccarsi l’un l’altra.
Che posti bellissimi…le gole, le cascate, il laghetto…uno spettacolo davvero! Maremma, quella funicolare è “atrocerrima”..tra le avvertenze dovrebbero scriverci: “per ammirare il panorama, è vivamente richiesto l’uso del pannolone”! Da brivido..
Da quando vivo in Svizzera, ho scoperto che la montagna mi piace tantissimo, ma (quasi) ogni volta mette a durissima prova il mio autocontrollo: è tutto troppo alto e ripido! 😉
Bellissimo articolo Francesca, e bellissimi i posti che avete visto. Se la Svizzera avesse costi meno proibitivi ci avrei fatto più di un pensiero da un pezzo…sob…
E come darti torto, Alessia: i costi di alcune attrazioni e dei ristoranti, a volte, sono delle vere batoste anche per chi qui ci vive e lavora. E’ un peccato, perchè così si taglia fuori una buona parte di turisti che trovano una valida alternativa in Paesi vicini (tipo le Alpi sul versante italiano), ma si potrebbero fare mille considerazioni e ragionamenti su un sistema molto particolare, come quello svizzero.
Mamma mia quella funicolare, ci vuole davvero coraggio a guardare giù! Peggio di una giostra al lunapark !
In ogni caso la zona è splendida e tu l’hai raccontata magnificamente includendo bellissime foto e informazioni veramente utili!
Un bacione Fra 🙂
In effetti è quasi peggio di un giro sulla montagne russe, che almeno vanno veloci e quasi non hai il tempo di rendertene conto!
La regione è davvero magnifica e poi ci sono tantissime cose da fare, anche se la maggior parte di esse fanno a pugni con la mia paura del vuoto 🙂
Un bacio a te, bella, e buona giornata!